un paese (fatto) di merda

Dopo giorni di pornografia informativa, di patriottismo della lacrima, di brunivespa, di tanta buona fede popolare e di dolore muto, da uno spiraglio tra le macerie si comincia a intuire come sono costruite le fondamenta di questo Paese.

"Se parliamo di sollecitazioni di grado e accelerazione pari a quelle registrate all’Aquila, il cemento armato, se fatto a regola d’arte, deve reggere. Non si discute".

"Normalmente, i cattivi costruttori utilizzano sabbia di mare. Costa niente, rispetto alla sabbia da cava. Il problema è che, oltre alle molte impurità, è piena di cloruro di sodio. E quei cloruri, con il tempo, si mangiano il ferro. I margini di guadagno sono alti. Diciamo che fatto 100 il costo della costruzione, chi gioca con la qualità del cemento arriva a guadagnare fino a 50, 60. Chi costruisce a regola d’arte è al 30".

Repubblica

questo sentimento popolare

Quelli che quando c’è una tragedia tipo lo tsunami subito si commuovono mentre guardano foto o leggono resoconti ben costruiti chiedendosi come sia possibile per chi è sul posto continuare a far vacanza come se niente fosse. Quelli che stando sul posto pensano bene di evitare la spiaggia e vanno nei disco bar ad ammazzare la giornata che dopotutto sono in vacanza e cosa possono fare del resto? Quelli che ci vanno in spiaggia come niente fosse solo per spostare il telo-mare due metri più in là dal cadavere. Quelli che già che ci sono ne approfittano per fare qualche foto ricordo del cadavere e mostrarla poi agli amici a casa. Quelli più smaliziati che fanno foto a quelli che fanno foto al cadavere per metterle sul sito dicendo ci credete c’è gente che fa foto al cadavere guardate bene si vede anche il cadavere. Quelli che sui siti guardano con occhio clinico le foto fatte da tizi in vacanza ad altri tizi che fotografavano il cadavere per usarle poi sui giornali dentro a resoconti ben costruiti. Quelli che da casa guardano sui giornali le foto prese dai siti di gente che fa foto ricordo del cadavere e si indignano come se anche loro non stessero approfittando del cadavere solo in modo più elaborato. Quelli che quando c’è una tragedia tipo lo tsunami subito si commuovono mentre guardano foto o leggono resoconti ben costruiti chiedendosi come sia

del prendere dure misure

Il giorno prima raccontava una cosa e il giorno dopo negava di averlo mai fatto, contro l’evidenza. Faceva battute sconce nei momenti meno opportuni. In luoghi pubblici apostrofava la gente, donne sopratutto, con epiteti pesantissimi senza rendersi conto che tutti lo sentivano. Alzava la voce durante le cerimonie facendosi notare e creando imbarazzo. Insomma, aveva perso il senso delle proporzioni, della misura. Si metteva al centro dell’attenzione nei modi più strambi forse pensando di fare il simpatico o dio sa cosa pensava. Per un po’ lo abbiamo difeso sfidando il ridicolo, anche per via della sua posizione – lavorava ancora a pieno ritmo – ma dopo un certo limite fu impossibile: per coerenza avremmo dovuto fare quello che faceva lui e sostenere che tutto fosse nella norma. Ma capite che non era proprio possibile. Iniziò a esibirsi in spettacoli improvvisati di meteorismo e a estrarre il suo "affare" in pubblico mostrandolo alle passanti! E allora ci rendemmo conto che non aveva più senso fingere di non vedere la verità, bisognava fare qualcosa, e in fretta. Purtroppo alle volte il tempo è impietoso e la cosa più penosa è quando accade con individui che nella vita si sono distinti tra gli altri, si sono affermati ed elevati, per le cosiddette grandi personalità che hanno sempre fatto mostra delle proprie capacità, del proprio talento, della propria fortuna e vitalità, che hanno quasi imposto al mondo la propria salute fisica, il corpo o il cervello. Si tratta di un contrappasso davvero crudele vederle ridotte in quello stato, un’umiliazione che fa riflettere sulla vanità delle cose del mondo. Be’, a dire il vero mio nonno non era uno di questi granduomini, anzi fu per tutta la vita un individuo del tutto ordinario, ma ugualmente fu molto triste dover riconoscere che la demenza senile piano piano se lo stava portando via. Gli volevamo ancora bene, ovviamente, anzi forse ancora di più e presto finimmo per sorvolare con un sorriso su quelle sue stravaganze. Anche perché questa parentesi di ritrovata fanciullezza, di infantile priapismo entusiasta durò poco, lasciando il passo ad altri, più bui momenti, a un lento inabissarsi, a folate di paura per noi incomprensibili che lo lasciavano del tutto interdetto alternate a momenti d’ira nei quali lanciava minacce terribili, del tutto irriferibili, ad amici e parenti. E quello fu ancora niente. Ciò che venne dopo… Ma si tratta di ricordi troppo tristi e… scusate… davvero, ora preferirei proprio parlare d’altro… Che ne dite, magnifica giornata oggi vero? Posso avere un altro po’ di mostarda…?

il problema dei leghisti è la seconda risposta


Intervistatore
Scusi, non le pare un provvedimento un po’ pericoloso?

Leghista Guardi, il nostro non è affatto razzismo; anzi, quello che proponiamo è un aiuto concreto all’integrazione. Noi siamo favorevolissimi all’integrazione. E questo provvedimento aiuterà proprio i soggetti che ne hanno più bisogno.

Intervistatore (finge di farfugliare una domanda) Zerkhm hioirg duiamloua asaburisfgt?
Leghista … Uh?

Intervistatore Dicevo, non le pare un provvedimento un po’ pericoloso?
Leghista (suda… si trattiene….) ………… Basta! Noi dobbiamo difendere la nostra cultura! La nostra identità! La nostra storia! La nostra lingua! È in atto un’invasione! I musulmani! Europa Bianca! Europa cristiana! Basta! Sono tra noi! Ahhhhh! Aiutoooooo! Siamo accerchiati! Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!