il tranviere metafisico

Ieri sera, a 88 anni, è morto Luciano Erba, poeta italiano.
A me è sempre piaciuto molto e mi dispiace.

Il tranviere metafisico

Ritorna a volte il sogno in cui mi avviene
di manovrare un tram senza rotaie
tra campi di patate e fichi verdi
nel coltivato le ruote non sprofondano
schivo spaventapasseri e capanni
vado incontro a settembre, verso ottobre
i passeggeri sono i miei defunti.
Al risveglio rispunta il dubbio antico
se questa vita non sia evento del caso
e il nostro solo un povero monologo
di domande e risposte fatte in casa.
Credo, non credo, quando credo vorrei
portarmi all’al di là un po’ di qua
anche la cicatrice che mi segna
una gamba e mi fa compagnia.
Già, ma allora?, sembra dica in excelsis
un’altra voce.
Altra?

Quando ce ne andiamo

Quando ce ne andiamo ti ricordano per un sorriso
per un raro gesto di generosità
per un tic, per la balbuzie, per la loquacità
per la sciarpa bianca o cammello
per la cravatta sbagliata
per l’accento padano
quanto a me ricordatemi come volete
ancor meglio se ne fate a meno, vivete!

scrittori e mozzi

Reputi che ci sia una separazione tra mondo della cultura e mondo politico e, in caso affermativo, pensi che abbia dei precisi effetti.
Be’, Veltroni e Franceschini hanno pubblicato dei romanzi.

Forse hai seguito nelle ultime settimane la discussione iniziata su Nazione Indiana e poi tracimata sui quotidiani circa la "responsabilità politica dello scrittore". Tema interessantissimo. Purtroppo svolto sovente con argomenti e toni da modernariato politico stile anni ’50 del secolo scorso. Ad ogni modo, le risposte fornite da Giulio Mozzi al questionario preparato per l’occasione meritano uno sguardo.

(nei commenti trovate anche un brano di un’intervista a Vonnegut sullo stesso tema).

il giudice di bananas

Dirigenti di Google sono stati condannati da un tribunale italiano per un filmato inserito da un utente e in seguito cancellato da Google Video.

Sono attese a breve le sentenze contro:
– la guida del telefono di Reggio Calabria per la presenza di noti malavitosi nei suoi elenchi;
– Nokia e, in contumacia, Antonio Meucci, per le conversazioni intercettate sulle utenze telefoniche degli amici di Bertolaso;
– centotrentasei responsabili di aziende di costruzione per imbrattamento dei muri da loro stessi costruiti;
– il fiume Lambro per il reato di inquinamento delle acque;
– il citofono di Jack lo squartatore.

vedi anche zambardino.

via padova, colpevoli e ignavi

«Con chi se la prenderanno adesso lady Moratti, il suo vice-sindaco sceriffo De Corato e il focoso leghista Salvini?»

Il pezzo di Lerner sui fatti di via Padova è condivisibile. La destra governa Milano da diciassette anni e non ha mai allestito in loco mezza politica di integrazione, anzi ha cavalcato contemporaneamente il laissez-faire e l’allarme sociale. E mo’ sono guai suoi. (Non so se condividere l’ottimismo di Lerner circa la capacità dei cittadini di attribuire le esatte responsabilità).

Per essere perfetto, forse, il pezzo di Lerner dovrebbe anche ricordare che, quando in questi anni è stata al governo centrale, la sinistra non ha fatto molto in tema di politiche di integrazione, anzi diciamo pure niente. Ma è pur vero che a Milano può vantare il più classico degli alibi: dal secolo scorso non c’era, e se c’era dormiva.