del prendere dure misure

Il giorno prima raccontava una cosa e il giorno dopo negava di averlo mai fatto, contro l’evidenza. Faceva battute sconce nei momenti meno opportuni. In luoghi pubblici apostrofava la gente, donne sopratutto, con epiteti pesantissimi senza rendersi conto che tutti lo sentivano. Alzava la voce durante le cerimonie facendosi notare e creando imbarazzo. Insomma, aveva perso il senso delle proporzioni, della misura. Si metteva al centro dell’attenzione nei modi più strambi forse pensando di fare il simpatico o dio sa cosa pensava. Per un po’ lo abbiamo difeso sfidando il ridicolo, anche per via della sua posizione – lavorava ancora a pieno ritmo – ma dopo un certo limite fu impossibile: per coerenza avremmo dovuto fare quello che faceva lui e sostenere che tutto fosse nella norma. Ma capite che non era proprio possibile. Iniziò a esibirsi in spettacoli improvvisati di meteorismo e a estrarre il suo "affare" in pubblico mostrandolo alle passanti! E allora ci rendemmo conto che non aveva più senso fingere di non vedere la verità, bisognava fare qualcosa, e in fretta. Purtroppo alle volte il tempo è impietoso e la cosa più penosa è quando accade con individui che nella vita si sono distinti tra gli altri, si sono affermati ed elevati, per le cosiddette grandi personalità che hanno sempre fatto mostra delle proprie capacità, del proprio talento, della propria fortuna e vitalità, che hanno quasi imposto al mondo la propria salute fisica, il corpo o il cervello. Si tratta di un contrappasso davvero crudele vederle ridotte in quello stato, un’umiliazione che fa riflettere sulla vanità delle cose del mondo. Be’, a dire il vero mio nonno non era uno di questi granduomini, anzi fu per tutta la vita un individuo del tutto ordinario, ma ugualmente fu molto triste dover riconoscere che la demenza senile piano piano se lo stava portando via. Gli volevamo ancora bene, ovviamente, anzi forse ancora di più e presto finimmo per sorvolare con un sorriso su quelle sue stravaganze. Anche perché questa parentesi di ritrovata fanciullezza, di infantile priapismo entusiasta durò poco, lasciando il passo ad altri, più bui momenti, a un lento inabissarsi, a folate di paura per noi incomprensibili che lo lasciavano del tutto interdetto alternate a momenti d’ira nei quali lanciava minacce terribili, del tutto irriferibili, ad amici e parenti. E quello fu ancora niente. Ciò che venne dopo… Ma si tratta di ricordi troppo tristi e… scusate… davvero, ora preferirei proprio parlare d’altro… Che ne dite, magnifica giornata oggi vero? Posso avere un altro po’ di mostarda…?

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