onda, megafono, sedia

Il blogger Whitefang mi segnala in un commento a un post precedente che l’ormai nota assemblea della Sapienza non è l’unica ad aver elaborato proposte di riforma dell’Università. Dice:

I documenti dell’ "onda" mi sembrano molto annebbiati. Attenzione però: perché dev’essere il "network delle università in rivolta" ad avere necessariamente l’egemonia e il "punto di vista ufficiale" riguardo alle opinioni sull’università? Le proposte intelligenti non mancano: questo che segnalo è un riassunto delle discussioni che si sono svolte soltanto all’interno dell’ateneo di Verona. Eppure mi sembrano proposte in larga parte sensate e non rivolte al riproporre i soliti vecchi stereotipi in una salsa nuova.

Nel post premettevo che non so quanto siano rappresentativi i documenti della Sapienza, dato che gli ambienti studenteschi mi sono un po’ alieni ormai. Pur nel loro essere grezzi e in qualche caso ingenui, questi qui mi sembrano decisamente meglio. Almeno sembrano scritti da gente di questo secolo che ha idea di quali siano i problemi reali e quali quelli immaginari (tra "Corsi specialistica e master obbligatoriamente in inglese" e "Cinema aggratis" ammetterete che c’è un bel salto…). Poi le soluzioni buone, si sa, è difficile trovarle per chiunque.

Tutto ciò è molto confortante.

Meno confortante è il fatto che questa faccenda mi fa venire in mente un altro problema tipico dei movimenti, il cosiddetto problema del megafono. In ogni movimento c’è sempre uno che prende in mano il magafono e riesce a far sentire la sua voce a tutti. E la sua diventa un po’ la voce di tutti. Purtroppo chi è bravo a prendersi il megafono, in assenza di criteri di selezione migliori che non la sveltezza, non è detto che sia il più intelligente, il più preparato o il più bravo. E’ solo il più bravo a prendere in mano il megafono…

(questo fa il paio col problema della sedia. Nelle assemblee di movimento la linea che passa non è la migliore, è quella presentata dal tizio che sa rimanere seduto sulla sedia più a lungo, nello sfinimento di tutti gli altri. Ma quante ne so?).

12 thoughts on “onda, megafono, sedia

  1. Posibile che a nessuno venga in mente che per misurare la qualità delle Università occorre anche una registrazione dell’outcome occupazionale dei laureati negli anni?

    (Dove vanno a finire i laureati: azienda, libera professione, insegnamento, p.a., quanto guadagnano, tempo di attesa prima dell’occupazione eccetera eccetera).

    Se non si inizia a tracciare quantitativamente ogni ipotesi di misura della qualità è un tavolino a due gambe.

  2. uhm

    a parte che qualcosa esiste già (se ho tempo te lo cerco). Poi questo dato a dire il vero sarebbe di difficile interpretazione. Sarebbe un dato interessante sul mercato del lavoro, o sullo stato dell’economia, ma il suo significato come misurazione della qualità dell’università sarebbe controverso. In una zona depressa, un’ottima università non potrebbe che produrre disoccupati o occupati in mansioni incongrue con gli studi.

    bg

  3. ma veramente ne sai! il problema è che il più veloce con il megafono è quello del cinema aggratis…tra l’altro, si può notare, lombrosianamente parlando, che i leadirini romani (avvincendatisi nelle varie mobilitazioni degli ultimi anni), si assomigliano tutti (qualcuno dovresti avercelo presente). Ah, altra affinità con il passato: a Roma>workshop e assemblee, a Milano>aperitivi (mi pare, magari no…)

  4. Mah. Una organizzazione che non sa bene dove e come vada a finire il suo output (che non lo misura e registra) non mi pare sia un sistema in grado di funzionare bene, qualunque esso sia.

    Tra università geograficamente vicine o confrontabili per ecosistema metriche del genere sarebbero comunque indicatori utili.

    Altrimenti la misura “oggettiva” dell’offerta formativa onestamente mi pare una chimera, e si continua a fare finta che ricerca e formazione siano la stessa cosa.

  5. ciao giorgio,

    lieto finalmente di leggerti! il tuo blog è davvero interessante, ci farò una capatina ogni giorno d’ora in poi.

    (il problema del megafono è piuttosto grave, ma credo sia connaturato ad ogni forma di assemblea umana. una specie di a priori delle assemblee).

    a presto e un abbraccio!

    il tuo omonimo

  6. grazie del linko. sono per lo più d’accordo. ti consiglio anche la lettura, peraltro molto rapida, del testo di perotti segnalato sotto (non che sia da prendere a scatola chiusa, anzi in alcuni punti prende delle cantonate interpretando male i dati ecc, tuttavia ha il pregio del sasso nello stagno, chiarisce molti preconcetti del nostro dibattito, insomma è molto utile, anche per chiarire la tua domanda finale).

    quanto al passare di qui tutti i giorni non vorrei disilluderti 🙂 qui siamo sprofondati nella pigrizia e può anche passare un mese tra un post e l’altro; una volta, se ti ricordi, ti avevo detto di imparare cosa sono i feed, che ti permetterebbero di evitare visite inutili, ma immagino di non essere l’unico pigro 😉

    ps

    ho letto il tuo novalis e gli auguro fortuna e felicità (che considerato il contenuto è un po’ un ossimoro, ma come si dice, gli opposti si attraggono 😉 )

  7. addendum

    (pizza molto volentieri, ora che Missile sta finendo il periodo sturm und drang lentamente torna a essere una compagnia quasi umana, cioè, insomma, coi suoi limiti)

  8. grazie per il consiglio e grazie ancor di più per gli auguri. 🙂

    il Missile è bene che si riprenda in fretta. gli sto vicino regolarmente ed è parecchio abbattuto. una buona pizza con giorgio1 e giorgio2 non potrà che fargli bene!

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