l’onda non si giudica si cavalca

(e io non ho il costume)

Questo blog assumerà ora una piega un po’ privata, di nicchia, quasi di sezione, praticamente di cellula carbonara, protomassonica, iniziatica, una roba per fanatici, in sostanza per malati di mente, una faccenda da spostati totali con scarso rapporto con la realtà.
Insomma: gente che fa politica, e addirittura senza un partito. Abbiate pietà.

***

In conversazioni con i miei amichetti "de politica" (quelli con cui da anni ci si trova, si discute, si fanno cose e si vede ‘ggente), avevo riassunto il mio post di ieri sull’Onda con la frase: forse è meglio ritirarsi in collina. E Giacomo via mail mi ribatte:

«Che disfattismo, quanti giudizi ultimativi, che livore. Non serve a nulla una critica depressiva dei movimenti, del loro eventuale conservatorismo e della loro inadeguatezza. I movimenti sono imperfetti per definizione, sono frutto delle culture politiche presenti nel territorio che li esprime. Mi sembra poco utile analizzare i movimenti se il punto di vista è solo quello delle proposte. Penso infatti che questo movimento debba essere giudicato, più che in base alle proposte che avanza, in base ai meccanismi di espressione e ai processi di partecipazione sociale che riesce a costruire. Le assemblee nazionali di qualsiasi movimento sono il peggio del peggio, sono il luogo delle contese tra capetti e ceto politico vario. Non darei troppa importanza a quei documenti. Penso anche che l’università sia solo una parte (forse nemmeno la più interessante) del movimento. Dove sto io, a Macherio, nella profonda Brianza, è nato un comitato per la difesa del tempo pieno e della scuola pubblica, così si chiama; ci fanno parte mamme e papà che fino a ieri erano nel comitato antimoschea, si ritrovano il giovedì sera insieme a due mamme marocchine che quella moschea la vogliono aprire. Nel comitato ci sono insegnanti e anche singoli cittadini. L’altro giorno in treno una ragazza, commentando la sua partecipazione al movimento, diceva alla sua vicina: "sai, aldilà di quello che ci diciamo in questi giorni, il fatto stesso di fare queste cose mi sta piacendo di brutto".
Penso anch’io che le proposte siano importanti, che il cosa si dice al mondo sia lo specchio di quello che sei, però credo che il primo passo per una generazione di ventenni, così come per le mamme della Brianza, sia quello di prendere la parola e cominciare a ragionare. Ritirarsi in collina? Secondo me l’opzione giusta e scendere a valle e fare dei bei ruzzoloni».

Segue la mia articolata risposta.

Hai ragione, non bisogna esagerare l’importanza di queste assemblee, che sono in genere palestre di ceto politico. È un errore ridurre un movimento, piccolo o grande, alla sua consapevolezza o alle proposte che formula, perché i movimenti tendono a eccederle per la loro stessa natura. I movimenti  costruiscono il futuro con materiali del passato (o almeno ci provano). C’è "movimento" diffuso anche nella costruzione di un mezzo scaracchio come il PD, e se si dovesse sempre giudicare dall’esito…
Ed è anche vero che gli universitari, curiosamente, da tempo esprimono le tendenze politicamente più attardate e arretrate per motivi che non è difficile spiegare. È un po’ come per la politica: perché mai un comparto arretrato e chiuso in sé dovrebbe esprimere innovazione?
Meglio le mamme della Brianza.

E invece è la presa di parola comune a essere importante, è l’aria che sta cambiando direzione. Tuttavia, come dici tu stesso, molti tra coloro che oggi sono all’opera, sono già abituati a questo "prendere parola insieme": l’hanno già fatto contro la moschea, ad esempio.
E la Lega è l’esempio perfetto di movimento che porta le persone fuori dalla loro passività casalinga e gli fa fare riunioni di sera, banchetti di pomeriggio e gite a Pontida tutti assieme una volta l’anno. È partecipazione sociale, che ci piaccia o no, peccato che il suo obiettivo sia di infilare il negro sullo spiedo, smentendo tutte le possibili speranze nei movimenti "in sé" (anche al netto delle nostre antiche e inascoltate analisi che facevano della Lega un sintomo di trasformazioni che la sinistra non ha saputo rappresentare).

Non è dunque il movimento "in sé" che ci giova, questo è feticismo. Ciò che ci interessa, è che l’obiettivo della mobilitazione "no alla moschea" è stato sostituito dall’obiettivo "perseguire il bene comune nella forma di una scuola elementare funzionante". È questo che rende una socialità progressiva e l’altra regressiva. Occorre ricordarlo: le due cose separate non funzionano: "impegno personale assieme ad altri" e "chiaro obiettivo del bene comune" vanno in coppia. Il primo da solo è cieco, il secondo da solo è monco.

Tornando a noi: sappiamo bene per averlo visto svariate volte che il mix di ceto politico incancrenito e desideroso di visibilità e obiettivi sbagliati calati sulla testa di persone un po’ sprovvedute può distruggere qualsiasi movimento, farlo abortire e disperdere la sua capacità di sedimentare. Do you remember social forum?
Quindi se parlo di incollinarsi, non si tratta di disillusione verso i movimenti, non serve disilludersi né illudersi: i movimenti fanno comunque quello che pare a loro e di fatto, almeno quelli davvero importanti, determinano nel tempo il nostro stesso modo di leggere le cose. Si tratta probabilmente di disillusione verso la mia capacità di affrontare le parole d’ordine sbagliate e la pulsione di autodistruzione e morte che attacca i movimenti e rischia di distruggerli, pulsione che i ceti politici dei "movimentisti di professione" portano in sé come untori.

In definitiva: mi rimangio la collina, ma mantengo tutte le critiche sui contenuti. Credo sia, se ce n’è una, la cosa che so fare e non penso che sia inutile né espressione di livore o di "maestrinismo", ma di adesione al presente e anche ai suoi errori, con i miei mezzi.

5 thoughts on “l’onda non si giudica si cavalca

  1. io mi metto nel mezzo, fra te e giacomo. ho scaricato i tre doc, e li leggerò con calma, al momento mi affido alla tua analisi nel post sotto. Se è come dici (e, da quello che leggo e sento su giornali, siti, etc mi sembra sia), questo movimento non esce dai meccanismi conservatori in cui si sono inceppati i precedenti. Poi, ha ragione Giacomo quando afferma che ogni movimento si valuta anche in base capacità di creare relazioni e partecipazione però, se non sono accompagnate da proposte, rischiano di finire nell’album dei ricordi (e qui parlo per esperienza diretta…). Trovo singolare che dai raduni antimoschea si passi a quelli antitagli alla scuola (qui mi sembra di sentire odore di giardinetto di casa…).

    Oltretutto, nel caso tu non te ne sia accorto, il tuo post precedente potrebbe essere un ottimo collante (migliore della semplice avversione ai tagli tremonti) fra le proteste nelle scuole primarie e quelle in università. e con questa paraculata ti lascio

    cletto

    ah, ma ho saputo da comuni amici una ripresa degli incontri welfare, sai qualcosa?

  2. “ah, ma ho saputo da comuni amici una ripresa degli incontri welfare, sai qualcosa?”

    non ne sono molto. e io sono uno di quelli che li organizza. questo ti dà la misura dell’avanzamento dei lavori… (cmq, in teoria dovrebbero tenersi al punto rosso, all’isola, verso inizio 2009. Tema: istruzione in italia, dalla culla all’università, che è come dire alla tomba, appunto)

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