la dura verità

5.
Tuttavia, mentre lento e metodico come i suoi pellegrinaggi pedonali il sapere si accumula, crescono in lui nuove e insperate abilità: impara specialmente a giungere per via diretta, se così si può dire, all’essenza delle persone saltando i preliminari e i luoghi comuni di approccio e di conversazione e tutto quel più e quel meno pomposo o divagante di cui si gonfiano lieti i discorsi, e insomma gli si apre un mondo: rintraccia certe costanti, ricostruisce certe tipologie, certe ricorrenze: impercettibilmente si disegna nella sua mente e si svolge sulla sua lingua una casistica, un’enciclopedia vivente di tic, di sequenze reattive, di smorfie, di sospiri e di slanci, di nostalgie, una tassonomia di sguardi obliqui e diretti, di curve e rette, pieni e vuoti, di odori, di retropensieri e avanpensieri, un catalogo di attitudini, di morfologie e di sintassi, di psicologie e psicocinetiche, un tesaurum di tutto ciò che attiene all’innato e all’appreso, all’influsso celeste e alla presa terrestre, al consapevole e all’ignoto, all’agente e al paziente. L’inaspettata scoperta gli permette di velocizzare enormemente il compito portandolo a uno stato di esaltazione febbrile: ora può notare e noncurare tutto ciò che ricorre tra un caso e l’altro e concentrarsi sulle differenze, ciò che non coincide e si sfalsa tra un volto e l’altro, tra un tono e il successivo. Le persone che ogni giorno riesce a conoscere grazie a questo consistente salto di scienza applicata salgono rapidamente di numero: trentacinque, poi cinquanta e in un crescendo di virtuosismo e dissimulazione settantacinque e poi cento individui penetrati nell’intimo, o meglio nella propria specifica differenza, ogni giorno che arriva sulla terra.
Ma ormai nella sua mente si fa sempre più chiara un’idea – o forse sempre la stessa diversamente coniugata: ricostruire, mettendola per iscritto, la mappa di questo strepitoso intreccio di ricorrenze e variabilità, rintracciarne la regola che elabora gli strati e distribuisce a raggiera i petali delle posture umane in numero esatto, che presiede allo sviluppo immancabile delle ossa impilate, alla curva dei nasi e dei caratteri. Comprato un grande quaderno e due penne biro, chiude la porta di casa e si dedica anima e corpo al tentativo. È un compito di vaste proporzioni, di smisurata difficoltà, che richiede un’infinita accortezza, una memoria fuori dal comune e una capacità di visione complessiva incalcolabile: non senza un certo spavento, cercando di riassumere i dati che si affollano nella sua testa, l’uomo giunge a una prima sintesi operativa che assomma a milleseicentoventicinque variabili, che operano su centosedici livelli, sulla base di quarantasette gradienti, e venticinque angoli di incidenza, ricostruendo così, calcolati i casi spuri e le possibilità nascoste, un totale approssimativo e stimato di centrotredicimilioniseicentoventitremilaquattrocentosessantadue tipologie di base, o "volti", come li chiama.

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