la dura verità

4.
L’incapacità completa di rispondere a queste semplici domande di fronte all’enorme numerabilità del reale lo convince a sufficienza della sorprendente futilità della sua scoperta o vocazione, o chiamata, o come alla fine la si voglia chiamare e lo getta per un certo periodo in una rassegnata accidia e senso di fallimento, che si traduce fin troppo prevedibilmente in un bambinesco moto di protesta e di sciopero a oltranza. Finché un mattino, mentre la saponetta slavata gli scivola dalle mani sul lavabo non immacolato, ecco che una nuova rivelazione non meno indifferente al proprio angolo di impatto delle precedenti lo colpisce chiamandolo all’istante a una nuova impresa che egli, ancora in piedi in abiti succinti davanti allo specchio sbeccato, si figura così: con metodo, ogni giorno, si impegnerà a conoscere una persona nuova nel tentativo in sé disperato ma non inutile né privo di qualche soddisfazione, forse la sola rimasta nel campo avaro del sapere, di limitare giorno per giorno di una quantità ben determinabile la propria ignoranza intorno alla realtà, che così evidentemente si presenta con un’esagerata bulimia di volti e lati.
A questo compito da quel mattino luminescente e saponario si sottomette con dedizione ed entusiasmo. Trascorre dunque tutto il tempo libero sui lunghi marciapiedi della sua città, staziona nei locali fino a notte, si intrattiene nelle pensiline dei tram, sulle panchine dei giardinetti spiantati, conversa con i vicini di carrozza sui treni della metropolitana, si accosta ai crocchi di anziani nelle piazze per inserirsi a tempo in una di quelle conversazioni oziose e sottrarne con garbo uno al gruppo intrattenendosi con quello. Non dimentica di tentare nessuna via tra quelle che il vasto mondo gli offre generosamente e la chiara visione del progetto che si è dato gli rende leggere le brevi difficoltà, i temporanei insuccessi e i limiti personali di imperizia mondana, scadente conversazione e grave timidezza che finora gli avevano reso aliena l’umanità circostante. In breve tempo le persone ogni giorno conosciute diventano da una due, poi cinque, quindi dieci. Fiero dei successi e in pieno incendio per via della fiamma della conoscenza ben nutrita, decide di abbandonare il suo impiego, che ormai costituisce un evidente impedimento alla ricerca, e si licenzia. Nelle molte ore di cui finalmente dispone giunge con metodo e impegno a conoscere ogni giorno una ventina di persone e pur nella brevità e variabilità fugace dello scambio verbale, ritiene di ridurre ogni volta di un tratto certo la propria ignoranza del mondo.

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