la dura verità

3.
La sorpresa per la piega inaspettata che la vita adulta gli va riservando rimane a mezz’aria nella sua testa per un breve tempo quando un pomeriggio, fermo davanti a una vetrina di cravatte prodiga di riflessi semoventi, precipita e gli si mette di traverso in zona corticale. Ecco ciò che finora non aveva notato, benché probabilmente risultasse chiaro anche all’ultimo dei menomati: "gli altri" presi insieme possono sembrare uno, ma uno per uno sono sorprendentemente di più! Anche più che sorprendentemente di più: sono un numero sproporzionatamente elevato! Addirittura, nota stupefatto mentre si volta e rivolta girando in tondo sul suo piede, innumerevole è la moltitudine che variamente lo circonda, gli cammina appresso, gli dorme accanto, senza oltretutto che nessuno dia segno di notarlo così che egli pare felicemente trasparente ai loro occhi, e del resto loro lo sono stati colpevolmente ai suoi. Come se appunto di riflessi si discuta e non di esseri in carne e pelle. Anche a voler considerare solo il quartiere in cui abita, computa l’uomo, vi sono più persone di quante egli ne abbia conosciute finora in tutta la vita, che con calcolo giovanile gli pare già dotata di una lunghezza consistente e grave. È poi sufficiente passeggiare lungo una via del centro o fermarsi a osservare la fiumana che procede disattenta e non si può che rinunciare rapidamente alla sovrumana fatica di riepilogare gli individui che scorrono davanti agli occhi uno dopo l’altro o anche tutti assieme. Se poi l’immaginazione cerca di figurarsi per quanto riesce tutte le vie di tutti i centri e magari anche delle periferie, dei borghi, dei paeselli, delle frazioni e delle case isolate che più o meno pittorescamente fanno del mondo un vasto e ambiguo presepe, è facile che l’intelletto perda l’equilibrio. Che ci fa tutta questa gente, si chiede l’uomo, che ci fanno tutti questi umani ognuno fornito di membra in numero generalmente pari, una testa dispari, occhi animati, frasi che escono dalla bocca in ordine imprevedibile e in lingue svariate, ognuno rimemorante anche a richiesta una storia personale fatta di episodi puntuti o di ricordi variamente compendiati a sommario forse in parte persino originali o almeno ad ognuno ugualmente capitati, precipitati addosso e, faccenda scabrosa e imbarazzante, un’abilità nel disconoscere o addirittura opporsi per i motivi più svariati o anche senza motivi alla verità di cui egli pare il solo iniziato? Come si può prenderli uno a uno ed essere sicuri, certi che abbiano davvero capito? E a che serve una verità, altrimenti?

segue

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