Otto poesie di G. Newbee tradotte da G. B. Argano con un’acuta prefazione e note ai testi dello stesso Argano.
Versione originale courtesy © B. Sergey & P. Larry
PREFAZIONE
Tre validi motivi per non farsi vedere in giro
di G. B. Argano
Come forse sanno, rendere pubbliche le proprie prove diciamo così poetiche è sempre una decisione imbarazzante cui l’autore giunge dopo ripensamenti lunghi e svariati e tortuosi tentennamenti, e questo per via di un grumo inesploso e duro di muti motivi: intanto la poesia è di natura simile alle vergogne di cui cantavano gli antichi così che mostrarla rivela una certa malcelata e spesso non riconciliata tendenza all’esibizionismo, quel languore domenicale e semideserto di giardinetti e impermeabile trattenuto a stento: fecondità del verbo e oscenità della lingua, chiasma misterico e vile di nominazione e seme.
Ma poi, va detto piatto, perché pur essendo il valore letterario un punto di indimostrabilità, il disvalore salta agli occhi!
Infine, niente partecipa di un insano desiderio di Letterario Alto e insieme di desueto come la lirica – e le due tensioni in cozzo danno luogo alla somma zero del grottesco di cui si è detto sopra, per via dell’imitazione dell’inessenziale e dei modi occasionali scambiati per sostanza, per abundantiam dell’irrilevante creduto "bello", dei formali birignao, dell’affettazione nobiliare da declamatore in mutande. La lirica, territorio da cui occorrerebbe astenersi per decreto legge!
Molti, quasi tutti quelli saggi, decidono infatti di aggirare il pericolo mortale, che costituisce da mezzo secolo almeno l’atto di morte pubblica della poesia, percorrendo la strada dell’intertesto e il tono parodico; qualcuno cerca di trarsi in salvo per via del programmatico che sia storico, epico, o moral-sardonico o anche di quella satira che non si dà a vedere dietro la maschera dei corpi disfatti o della turpitudine deliberata e fredda (e un po’ blasé, per non dire telefonata), o dell’apocalittico, o del demonico. Pochi ormai ne fanno una questione di significante (magari splendidamente). Tutti quelli che non distinguono saggezza da stupidità non si pongono nemmeno il problema e cedono all’istinto, al sentimento o all’ideologico atteggiamento che più loro conviene.
Ma veniamo allora alla strada percorsa da G. Newbee, poeta inglese degli anni ’70 poco noto al pubblico italiano, di cui si commentano oggi queste riscoperte tardive e risapute: una plaquette di otto poesie intitolata La comunicazione è una palla. Ne possiamo gustare una traduzione a fronte a nostra cura, per la quale ci dichiariamo largamente debitori ai curatori inglesi delle opere del nostro, B. Sergey e P. Larry e che vuole rimediare all’onta della pessima versione italiana degli stessi anni ’70 con cui questi testi furono già resi noti, colma di suo di astruserie, trombonismi formali e arcaismi del gusto di allora che non vogliamo qui nemmeno approfondire** ma che ne hanno depotenziato terribilmente il messaggio politico, invece così dirompente e chiaro.
La strada di Newbee (e intendiamo riferirci qui al solo livello formale, ché per i contenuti rimandiamo alle note), non è quella della carne né quella del pesce, non vi è ascesi né discesa, imitatio christi o diaboli, se non nel senso di quello che pare un minuto delirio del limite, dell’approssimazione meticolosa al modello desueto, della maniera, in cui l’originale imita la copia o addirittura copia se stesso. Con l’occhio del poi si può dire che la scelta è caduta su un percorso che non poteva che fallire, così che ci si risparmi gli sforzi inutili o di parare i colpi e nessuno si accolli il tracollo chiaro. Si dà il caso di trattenere un tono sapendo che la voce è senza fiato, fermarsi sull’orlo del precipizio quando è già pronto il precipitato, suonare l’aida col piffero sbagliato.
Dunque se nelle lettere occorre rifuggire la moderazione l’eccezione è che se ne faccia programma, così che diventi una moderazione sfrenata; poiché il suo significato è sempre e per fortuna al di là di sé. (gba)
** (Si tratta della versione dell’Arcuri, [pdf] studioso di fonti letterarie inglesi con cui l’Argano è in pluridecennale, costante e astiosa polemica)
***
This morning I have dreamed a dog
bit a pigeon, for badness
I do not suppose, for distraction
that bang of wings around the head
had annoyed it. That one, sealed with lead
on the pavement ran around, then churned the phantom limb
between the grass of a ferocious green with the spout
tore some bite, bones
the impassible look and a pain
that you supposed from the gestures.
The plumed wing lay all open, near one.
Passing this morning the rose
of it fishes in flower was an error
under the scrap iron neglectful. |
Ma stamattina che ho sognato? un cane
digitale! un piccione! di cattiveria
non dietrologizzo, ma di-strazione
se lo spara-ali a giro capa
l’avesse affastellato. Quand’uno sia sigillato con cavo
sul pavimentato e corre attorno, a seguire sbatte il membro
fantasma sull’erba ferace e già verde il cornuto
ne strappa una fetta, l’ossa
lo stile compassato e una pena
dacché i gestori vi hanno dietro-infilato.
Spiumata e laica tutt’aperta l’ala, uno sta vicino.
Passare stamattina la rosa
e i pesci in fiore, ah fu l’errore
sotto il ferro di scarto neghittoso. |
(Probabile allusione politica all’attuale matrimonio radicali/socialisti, fitta di metafore oscure tratte dal regno animale e vegetale e di chiari giudizi di marca "sessuale". Newbee non pare contrario a questo matrimonio, ma alla fine adombra un enigmatico "errore". Quale? Il poeta non ha voluto dircelo. Come potesse prevedere tutto ciò negli anni ’70 è un mistero. gba)
***
It depends on the disposition of the glasses
in the handle of the shelf
from the sequence of pucked backs
of the yellows abandons to you in row
from the reliquary crystalline that conserve
the immaculate emains of the plates overlapped
in the penumbra, the zealous china
of the cups from the
and you could continue with the speaking
and dumb objects, the antisocial solitary things,
than beam in the abandonment and the hands
to use that they have decided to them
in beautiful order, hands
to you vanished of which piece of real estate
it remains the ghost of this interrupted work |
Mah, dipende: la disposizione dei bicchieri
nella maniglia della mensola?
Dalla sequenza delle parti posteriori sgualcite
degli abbandoni di colori gialli nella fila,
o dalla teca cristallina che conserva le salme
immaculate delle piastre coincise
nella penumbra (la cina
zelota e vincente), dalla
e potreste continuare col parlare e gli oggetti
muti! le cose antisociali solitarie
irraggiano nell’abbandono e le mani
da usare hanno deciso
a loro modo l’Ordine Bello,
mani che a voi tacciono
di quale parte del bene immobile
rimanga il fantasma, questo lavoro interrot |
(Astuto gioco verbale in stile "giallo" classico: chi ha deciso che un altro Ordine Mondiale non è possibile? Dove si nasconde il colpevole? Chi brinda di nascosto? La facciata di progresso nasconde i morti e i feriti che provoca, le rivolte di chi viene solo usato come un oggetto non sembrano essersi fermate, interrotte sul più bello. E intanto la Cina avanza… gba)
***
You adhere to the facts
the ghosts exit from your head
strain from the stoned look
go in the world, children alone
dispersed, undercover
unaware of your head-remote control
you adhere yourself to the facts
crosses the look from part to part
you bundle up yourself
within those patch emissaries
of a pacified version, broken
innocent in its scream-toy
you adhere yourself to the facts
slips, landslide, remove you from the hill
of the phrases coiled
crosses them to been astounded driven in head,
true turned upside down
as a latex-tank
you adhere yourself to the facts
but the infinite facts go up to spiral
iridescent projections
of you that they are exposed
insapute, created
given pain and dispersed in the empty-world
you adhere yourself to the facts
you withhold the open matter a torn,
bloomed moment and crosses
the earth for true
the prismatic object of your unconfined comparison |
Vi aderite ai fatti
ch’i fantasmi rimuovono dal vostro sforzato capo
dallo sguardo di impietrito
vanno nel mondo, bambini assoli
dispersi, inconfessati
ignari del vostro controllo testa-a distanza
vi aderite alle traversie di fatti
lo sguardo dalla parte alla parte
impacchettate su lei l’interno
di quell’emissari di sudari d’una versione edulcorata,
smembrata non colpevole
nel relativo urla-giocattolo
vi aderite agli slittamenti di fatti,
denudati, la frana ti schioda dalla collina
delle frasi arrotolate
le attraversate allo sbalordito
guidato in testa,
inverato girato inverso a un lattice-serbatoio
voi si aderisce ai fatti
ma i fatti infiniti vanno fino alle proiezioni a spirale
di iridescenti voi che sono
insapute esposte,
dato dolore e generato
e disperso nel vuoto-mondo
vi aderite ai fatti che ritenete
la materia aperta, strappato al momento
ed alle traversie fiorite la terra
per allineare l’oggetto del trascolorante vostro confronto sconfinato |
(Come commentare un simile visionario esempio di libere associazioni senza alcun significato, quasi uno stream of consciousness ipermoderno che rivela in modo così lacerante l’insensato destino di incomunicabilità dell’uomo moderno? Il critico deve farsi da parte, umilmente… gba)
***
Your answer falls from the mouth as frosted legs
of bug; inject in the vein
and the meticulous net of the channels it transports
it until the border, to the tip of the fingers raised.
Here the surprised traveller greets it,
fair that takes a walk behind the slabs of the body. |
La vostra risposta cade dalla bocca come piedini
glassati dell’insetto; iniettate in vena
e la Rete meticolosa multicanale la trasporta
fino al bordo, alla punta delle barrette alzate.
Qui il viaggiatore sorpreso vi accoglie,
fa una passeggiata in fiera dietro le lastre del corpo. |
(Il poeta impegnato non teme le nuove tecnologie. Scrittori meno accorti eticamente si fanno cascare la mascella davanti alle infinite vie della rete telematica e dei corpi virtuali, ma occorre saper cavalcare la tigre: è solo un luna park. Incredibile come Newbee potesse prevedere l’avvento di internet, molti anni prima della sua invenzione. gba)
***
From a distance of years
breaths still all my air
asthmatic me leave, without breath
the chains is between the stomach
and the sternum, of eternal matter
like one promised previous.
The memory fructifies and it is expanded;
every memory for bloom
fills up all the screen
but when the two halves are separated
become a glare, driven in a methodical
one that cannot put together.
The present tremble on the surface
of without shape, slips around to the grain
like mother-of-pearl mucus coils:
in means to the nothing self-moving
a fish wriggles and hole of a jump
the metal, then returns in the dark. |
Dalla distanza degli aliti di anni
ancora tutta l’mia aria
asmatica me lasci, senza alito
le catene è fra lo stomaco
et lo sterno, della materia eterna
come una precedente promessa.
La memoria fructifica ed è espansa;
ogni memoria per la gemmazione
riempie in sé tutto lo schermo
ma quando le due metà sono separate
si transforma in una luce vivida, guidata
et metodica che non può ricomporsi.
Il tremolo attuale va sulla superficie
senza di figura, slittamenti intorno al grano
come il muco arrotola la perla:
nel mezzo al niente auto-spostato
un pesce si contorce e fora di un salto
il metallo, quindi rinvia nel buio. |
(Quasi una profetica guida per i rivoluzionari di domani scritta con un linguaggio arcaicizzante, come fosse un messaggio cifrato: il peso dell’oppressione che disgrega viene da lontano, ma unire ciò che è separato condurrà a un tesoro inestimabile, lo si può già vedere nelle cose. Nessuna gabbia d’acciaio vi fermerà, dice il poeta: essa protegge il nulla. gba)
***
They believe to say the truth
the armed ghost that fills up
the reliquiary of the skull, and while the grain
the error on the language rolls
is bundled up in sticky mucus coils
and of sputum in the opal white man, extended,
and on slowly inexorable the whitish
plain it reveals its pearly slag
essence very made |
Credono per dire la verità,
Armata fantasma che riempie
le teste e ne fa tombe mentre il grano
sbagliato sui rulli di lingua
è impacchettato, in su nel muco di vischiose
si arrotola e di espettorato nell’uomo bianco opalino, esteso
lentamente e su! inesorabile la pianura lattiginosa rivela
la relativa essenza, perla
di scorie strafatte |
(Religione e denaro comandano il mondo, riducendolo a distesa di tombe e spazzatura. Ma sono solo zombi. Un lamento dolente, con accenti di disgusto quasi inconsolabili. gba)
***
The sufficient indication
The Andean face remains immovable
the parting is one hurt without motive.
The two girls animated from feelings
in fight. The mothers
the boys. You close the eyes.
Noise white man.
Only the things that
each one are singularly taken.
Your launch, projected body
silent.
Decided renunciation. |
L’indicazione sufficiente
La faccia andina rimane immobile
la scriminatura è un ferito senza motivo.
Le due ragazze animate dalle sensibilità
nella lotta. Le madri
i ragazzi. Chiudete gli occhi.
Uomo bianco rumoreggia.
Soltanto le cose
ognuna singolarmente va presa.
Il vostro lancio, corpo proiettato
silenzioso.
Rinuncia decisa. |
(Nel fuoco della lotta, occorre rifarsi alla saggezza dei popoli antichi distrutti dalla follia genocida dell’uomo bianco. Uomini e donne, scagliate la vostra bomba e riprendetevi tutto: il nemico cederà di schianto. Un grido di battaglia in un asciutto stile "giap" che bilancia il pessimismo del testo precedente. gba)
***
Night to the Hide Park Corner
Is the things most important
that they will go lost, in my small
unchaste the left orchid to die
of starvation on the balcony
the rashnesses from more in average
remained unsolved, exacerbate
ah the socks unpaired, pied
to follow on hailstorms
the perpetual little rain of thoughts
never thinks to you but that it would have
intentional also subleases to you, the moody
firmnesses, the indecisioni taken to majority
the hairy grub that does not satiate
the proud one maiden
(uh if the beautiful stay elsewhere
my language is died)
if us tasks that bleakness
of we trace like pot plant
under my shower does not remain.
Is not more fashionable the tail titles them? |
La notte all’angolo del parco del pellame
È le cose più importanti
che andranno persi, nel mio piccolo
l’orchidea impura di sinistra al dado
di inedia sul balcone
chè gli avventati da più nella media
sono rimasto non risolti, esacerbano
ah i calzini spaiati, pezzati
per seguire sulla grandinata
la pioggia piccola perpetua dei pensieri
mai pensate a voi mai che abbia avuta l’intenzione
inoltre non subaffitta a voi,
gli stabili mutevoli, l’indecisione presa alla maggioranza
il cibo peloso che non nutre
quello fiero ma nubile
(uh se il soggiorno è bello altrove
la mia lingua è morto)
se le nostre mansioni
che segue come la pianta
sotto il mio acquazzone non rimane.
Non è più alla moda la coda intitolata? |
(Uno dei testi più enigmatici del poeta albionico, su cui molti commentatori hanno avanzato congetture. Probabilmente viene descritto il mondo delle eterne lotte intestine nella sinistra, tanto bizantine quanto incomprensibili e frustranti per l’osservatore. Ma, sembra dire alla fine Newbee, sarebbe ora di finirla. gba).