toccata e fuga

I
in sogno agitavano la mano
se ne andavano!
restavo balconato tra i saluti
confinato nelle mie stanze
di reperti all’incanto

un tempo ai miei anteposi
la dea della minuzia
ma quella è miope e non vede
a un palmo dal naso
ne persi le tracce all’istante

II

l’acqua arabescata sale
dal tavolo in cucina sopra il foglio
gli anni disegnano sul volto
una raggiera, piumaggio
di fili intorno all’occhio

la materia in spire avvolta pare
muta, non li senti i sussurri
nel frastuono. Se la vena
esibisce la bellezza vorace
le tue carni già pregusta.
 

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