Percorrevamo il deserto dei corridoi
portandovi l’eccezione dello sguardo
(poi la lotta furiosa, isolata, contro la mano
orrenda che afferra alla caviglia).
Fuori il sole infuoca le pietre e col tempo
le spezza, si aprono inudite, senza dolore.
La vastità spopolata scava le opinioni e le svuota.
Quanto al dilemma etico (la mano deve colpire o ritrarsi?)
il bambino Ludovico a quattro anni l’ha tutto esaurito.
Sui gradini lo scheletro della lucertola spolpata
ripulito da una notte di lavoro, l’architettura di sabbia
rappresa della mandibola sul punto di sbriciolarsi.
Le formiche, dicono, erediteranno la terra
avendo il numero dalla loro parte.
Non è chiaro se l’abisso potrà dirsi
a quel punto abitato da schiere.