lepre marzolina – 1

Io penso che tra quelli – a sinistra – che dicono che non gli va Prodi perché non è anticapitalistico e rivoluzionario e non prospetta il superamento dello sfruttamento mondiale, e quelli che non gli va sostanzialmente perché non è telegenico, è fisicamente goffo, o non è un grande tattico, i primi mi sembrano comunque ancora i meno comici.

(I secondi in genere tendono a preferirgli Veltroni. Sì, anch’io. Se si aggiunge che le differenze in termini di progetto politico tra i due sono inferiori allo zero).

Ora c’è la parte seria. Insomma, quella.

Da programma, il governo Prodi, riconteggio permettendo, sarà sostanzialmente neo-socialdemocratico: una mediazione, in campo economico-sociale, tra una linea meno timidamente blairiana – Margherita, alcuni settori dei DS – e una più classicamente socialdemocratica novecentista e fordista – Rifondazione.
Può non entusiasmare, anche se è piuttosto oggettivo che diversamente, in ogni altro modo, si sarebbe perso. E che se tale sintesi esiste, è solo perché Prodi l’ha perseguita (scarso come tattico, ma discreto stratega? A guardare i numeri dell’Ulivo, parrebbe).

Sarà, lo dico con categorie un po’ ambigue, più di sinistra del Prodi del ’96 – non a caso c’è un accordo che allora non c’era con Rifondazione – anche perché la distanza tra l’area più sinistraliberal e quella rifoncomunista in questi anni si è assottigliata (non da ultimo per via di alcuni piccoli avvenimenti esteri: guerre, crisi economica mondiale ecc).
Nel cervello non proprio brillantissimo dei primi comincia finalmente a diradarsi la confusa sovrapposizione tra liberismo di destra e posizioni new-labour o addirittura simil-danesi; nei secondi si sta affacciando timidamente il dubbio (dopo anni che qualcuno lo urla nelle loro orecchie) che, per usare un linguaggio da ciclostile, la "composizione tecnica sia mutata, assieme a quella politica" e forse tra welfare, statalizzazione dell’economia e piena occupazione il nesso non è poi così necessario né scritto nell’alto dei cieli.

Che dire: vedremo se la sintesi funzionerà, non tanto a livello politico – chi rompe il patto qui finisce accoltellato – quanto nelle cose.

(Non mi occupo qui di faccende che preoccupano molti, come i diritti civili ecc., che con il consueto snobismo ritengo folle si pensi debba occuparsene lo stato – in tal campo io sono per il completo laissez-faire – e che peraltro stanno a cuore ad almeno l’80% di quel 50% preso dall’Unione: non mi pare che ci fosse un’altra coalizione che li garantisse di più.)


One thought on “lepre marzolina – 1

  1. infatti è folle che lo Stato si occupi dei diritti civili ecc.: il problema è proprio che molti partiti vogliono sia lo Stato a decidere per i cittadini (e un po’ anche a sinistra, come la Margherita sulla fecondazione assistita).

    bdd

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