la dura verità

1.
Del suo incontro con la verità non è possibile fornire un resoconto certo, se si esclude il fatto acclarato che gli piove sul capo con violenza quand’è ancora troppo piccolo perché possa in seguito ricordare l’episodio. Notizia ugualmente indiscussa è che da quel momento ignoto egli si comporta come se quella spigolosa verità sia evidente a tutti. Anche di questo comportamento non si può tuttavia fornire una spiegazione plausibile che ne faccia risalire la causa a una sua debolezza costitutiva di mente o sentimento piuttosto che a una virtù morale superiore, di quelle inspiegabili che quasi oltrepassano in altezza il limite dell’umano, in ogni tempo convenzionalmente tracciato laddove non si ha alcuna intenzione di arrivare. La fine incresciosa della sua fiducia in questa universale notorietà non depone né a favore né contro una di queste alternative. La rivelazione, lui bambino, potrebbe aver preso ad esempio la forma di una pallonata inaspettata, di quelle precise e fatali che durante i giochi la fronte dell’infante più vicino sembra attirare come una calamita. Forse nel suo caso lo schiocco, piuttosto che grida e pianti provoca un’attonita meraviglia a misura di universo, un esordio in seguito mai più colmato e che al momento dei fatti si presenta al suo più alto grado di sviluppo. Ma si può anche ipotizzare che nessun evento pubblico sia rintracciabile a discolpa della sua condizione; la verità per qualcuno è soltanto quella mano ignota e unghiosa che ancora non nati, trattenendo il calcagno, immerge nel battesimo del destino, così che distinguersi dal liquido infido da cui non si viene più estratti o vedere separato il proprio profilo dal suo specchio, diventa impossibile. Fatto sta che nemmeno l’ombra di un dubbio percorre la fronte spaziosa dell’uomo durante la giovinezza, che passa serena e priva episodi di rilievo: quella rude entrata rimane sotterranea o così diffusa nella sua coscienza da risultare indistinguibile, come un’impercettibile nube. Se del resto escludiamo dall’esperienza una certa dose di contrasti o la capacità di coglierli, è giocoforza che essa ci appaia com’è, né buona né cattiva, tale da non suscitare quell’eccesso di pensieri che ci può rendere infelici. Tra la sapienza e l’ignoranza i saggi non scorgono alcuna differenza, e nemmeno gli idioti, perché tale è il fulgore della luce o la densità del buio che la realtà circostante tende ad apparire alquanto vaga, e comunque non così articolata da rendere necessaria un’indagine ulteriore. Ma questa situazione, immobile come l’acqua nella canicola, è sul punto di scivolare nel buco nero dello scarico.

segue

6 thoughts on “la dura verità

  1. ho punzonato come dici tu ma è uscito il plasma

    (ora non so se versarlo nel motore a curvatura o fare un’autoemotrasfusione, come un ciclista qualsiasi)

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