amici degli amici

il fattore q(lo)

Da grande esperto di tv quale sono posso dire che XFactor  è una svolta nei reality. Lo so, Xfactor non è un reality, ma si potrebbe anche dire che ormai tutto nella tv generalista ha assunto le fattezze del reality, quindi.

Guarda i reality finora.
Lo scopo del GF è sempre stato dimostrare che chiunque, se preso singolarmente può ancora sfangarla, quando lo metti in gruppo finirà prima o poi per sembrare un pirla di vaste dimensioni e a esprimere un QI degno di una trota.

Le varianti vippistiche uscite successivamente hanno approfondito il concetto: nell’Isola, personaggi più o meno noti, se gli togli la piuomeno notorietà, si rivelano dei mentecatti anche peggio della media degli umani.
Ne hanno fatto anche una versione con i cantanti, si chiamava Musica farm credo, e dimostrava che se gli togli la musica i cantanti non sono che degli spostati lunatici e imbarazzanti.

XFactor ha un intento quasi opposto: il suo scopo infatti è dimostrare che tra le commesse del supermercato ci sono persone che cantano molto ma molto meglio del 99% dei tizi che fanno dischi in Italia, non si sa per quale motivo a questo punto. (Dopo averlo dimostrato, però, la commessa in questione perde la gara. Destino tragico.)

Formalmente dovremmo dire che i reality appartengono al modo della satira, esaltano il grottesco, la mediocrità, sottolineano l’inadeguatezza e la mettono alla berlina. Descrivono con pratiche neorealiste il mondo bloccato della raccomandazione, dell’inettitudine, la capacità di farsi valere non in base al merito ma all’astuzia o a doti di facciata.

XFactor invece appartiene al ciclo dell’epica, quasi al romance: presenta un obiettivo positivo e prove per raggiungerlo e l’eroe ha a disposizione solo la propria capacità. Descrive l’ideologia meritocratica, la parità di opportunità e il sogno di farcela alla portata di tutti, purché volenterosi e ben dotati.

E in definitiva, fedele alla tendenza soprannaturalistica del modello epico-mitologico, traccia anche il risvolto di quell’ideologia: sarà vero che conta il merito, ma per arrivare al successo alla fine servono i miracoli, anche se qui si chiamano televisione e la dea elargitrice più che a una Tiche somiglia a una pescivendola.