epitaffio del poeta sincero

«Quando dico che per me la poesia è un linguaggio specializzato per specialisti (l’esiguo numero di lettori, perlopiù poeti, lo dimostra), rischio il linciaggio. L’idea che piace, che trova universale consenso, è che la poesia sia qualcosa che sta dentro ognuno di noi, un nebuloso sentire, viscerale e sublime, nobile e bello. Di quest’idea di poesia, malafede di editor e cinismo di giornalisti, hanno costretto Alda Merini, che versi pregevoli ne aveva pur scritti, a farsi rappresentante, se non incarnazione a tempo pieno. A quest’idea di poesia, in un impeto di ignoranza, la città di Milano ha conferito tutto il crisma dell’ufficialità».

Patrizia Valduga

7 thoughts on “epitaffio del poeta sincero

  1.  "Il magico concorso di armonia, splendore, freschezza, forza, spirito, affetto e grazia nel descrivere ogni aspetto del creato, per minuto che sia, ogni oscura e sfuggevole idea, e tutti i più comuni sentimenti del cuore, non si ottiene se non con le parole, né si potrà ottener mai, ove il poeta non maneggi la sua dizione con tanta padronanza da rifonderla in lingua di propria creazione". 
    Ugo Foscolo, "Saggio sopra la poesia del Petrarca", 1823

  2. Sì, ma senza esagerare, perché  anche parecchi Nobel per la letteratura li hanno dati quasi allo stesso modo. "L’idea che piace" è stata una delle idee portanti del Novecento, piaccia o non piaccia (tanto è finito), anche prima degli editor in malafede e dei giornalisti cimici. Cinici. (Mi manca un po’ il grillo).

  3. be’, ecco, il nobel per la letteratura non è un controargomento che userei, almeno negli ultimi anni 🙂 Però è vero che quella idea di poesia non è prodotto degli editor ma perlomeno del romanticismo anzi della sua volgarizzazione anzi dell’utilizzo che l’industria culturale fa in chiave trash – vedi alla voce: imitazione fallita di un modello alto – di  cascami e atteggiamenti vagamente romanticheggianti, allo scopo di coprire nicchie di mercato e sociologiche. lo stesso peraltro avviene con cose più insospettabili: il rock, tanto per fare un esempio.

    bg

  4. Insomma, come la matematica. Però la matematica si può studiare e è alla portata di tutti quelli che se la vogliono studiare.

    E la poesia? ci sono studi da fare, per entrare nel ristretto gruppo degli "specialisti", o ci si nasce?

    Che poi ora pur di vendere si riduca a pappa ogni cosa, evitando accuratamente i discorsi difficili che annoiano il cliente, vero.   Ma basta non prestarsi ( se autori ) o  non comprare, se utilizzatori finali…Per ora non è obbligatorio.

  5. ci sono studi per leggerla. facoltativi ma consigliati. per inventarsela, uhm, mi cogli impreparato. con la matematica come si fa?

    bg

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