michele mari, rosso floyd

La mia cultura rock è piuttosto ridicola, quindi non sono riuscito ad appassionarmi granché intorno alle questioni floydiane che il libro dipana ossessivamente. Però è strutturato e scritto bene, anche se va detto che non sembra un libro di Mari, se non per una certa dose di follia che lo attraversa (immagino si sia divertito molto a scriverlo, tra l’altro). Il fatto che l’abbia divorato pur non sapendo quasi nulla delle vicende cui si riferisce e fregandomene zero della mitologia correlata, credo sia un segno positivo. Alla fine, spinto dalla suggestione, sono andato su qualche sito a cercarmi i testi delle canzoni pre e post-barrettiane alla ricerca di chissà quale rivelazione poetica e ovviamente facevano piuttosto cagare, sia gli uni che gli altri. Vabbe’ dai.

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