paolo sorrentino, hanno tutti ragione

Il libro sta tutto in uno sterminato monologo in cui il protagonista – una specie di Buscaglione napoletano, bulli, pupe, alcool e cocaina – ci spiega cosa pensa della vita, del successo, delle donne e di tutto il resto. Il monologo è in realtà inframmezzato da qualche sprazzo narrativo piuttosto estemporaneo, qualche volta interessante (su tutto un paio di scene “tarantiniane” e una rievocazione di iniziazione al sesso di sapore felliniano) e spesso a dire il vero piuttosto rabberciato (svolte immotivate, agnizioni telefonate, colpi di scena sgangherati, personaggi da fumetto fuori contesto, macchiettismo, cadute nel cinema di serie C, l’immancabile satira sull’Italia allo sfascio politico ecc). Da galleria degli orrori un intero capitolo su come si conquistano le donne che manco nei libri della Littizzetto, e uno su una rimpatriata propiziata dalle puzzette che fa rimpiangere le partite di pallone tra vecchi amici dei film di Salvatores o di AldoGiovanni

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