cose interessanti di oggi

Gaspar propone una versione radicale della cosiddetta "disintermediazione", che è un modo tortuoso per dire "aboliamo i giornalisti".

Ma la domanda che io mi pongo (e che ti pongo) è questa: esiste uno scenario in cui si potrebbe fare a meno del giornalismo? Per esempio, se tutti gli atti del tuo comune fossero su internet, se ogni consigliere avesse un suo blog su internet, se le sedute fossero diponibili live su internet, e se ogni cittadino potesse accedervi via internet, sentiresti ancora bisogno del reporter che segue i consigli comunali?

La mia personale risposta, al momento, è sì, come sostengo nei commenti.

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Massimo invece torna a discutere di questioni relative al dibattito laicità versus fede, con accenti che, mi pare, ricordano alcune cose che sostenevo in questo lungo post sul testamento biologico.

Sia pure: la ragione non può fondare se stessa; di tutto può dare ragione meno che del fatto stesso della ragione. Ma un conto è essere aperti al mistero, un altro è amministrare questa apertura con le parole della fede cristiana, e anzi cattolica. Un conto è essere aperti al mistero, un conto è affermare che la fede salva la ragione, limitandola. Aggiungo persino: un conto è riconoscere un’eteronomia originaria, un altro è dare un nome a quella eteronomia (con la temibile conseguenza che, avendo un nome, possa essere l’autonomia di qualcun altro). Quel che sorpassa la ragione può ben essere una certa qual infinità, non è detto sia l’Infinito.

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