anche i cavalli fanno tiepidi sogni

«Nel mio cuore ci sono due cose, fin da bambi­na: la fede in padre Pio, che mi ha aiutata a supe­rare i momenti più difficili della mia vita, e il so­gno di diventare ballerina».

Barbara Matera, candidata alle elezioni europee, dal Corriere

C’è un sacco di gente che crede a padre Pio. E un sacco che vorrebbe fare la ballerina. Moltissima gente poi ama guardare persone belle, o famose, o entrambe le cose assieme, vivendo un po’ di luce riflessa. Sono tutte attività innocue, oltre che diffuse. Ma molta meno gente vuol fare politica e pochissima ama i politici. Ora, unire le due serie di cose non è facile, se lo fai maldestramente la maionese impazzisce. Ci vuole un bel po’ di preparazione e abilità nello svolgere la ricetta, ma se agisci con pazienza, è l’uovo di colombo.

Perché ognuno vuole essere rappresentato da qualcuno che gli somigli. Il trucco probabilmente è dare a tutti, per tempo, uno specchio taroccato che mostra un’immagine sola e dirgli: questo sei tu. Poi basta vendergli quell’immagine per molto tempo e, al momento buono, candidarla. Ha funzionato in grande, i tempi erano maturi perché funzionasse anche in piccolo.
Poi, si sa, è successo quel che è successo…

(Eppure considera le cose anche da quest’altra angolazione: le persone fanno sogni, perché la vita "è" desiderio e non ci sono desideri degni e indegni e il loro valore non dipende dall’essere raffinati o ingenui, plebei o altolocati. Dipende dall’essere o meno i "loro" sogni. Ora invece stiamo tra chi vende desideri in scala dal più individuale al più generale, buoni per la ragazzina e per il Paese intero e funzionali a fottere entrambi nei rispettivi corpi vivi o elettorali, e chi non sa più desiderare né per sé né per tutti e così guarda ai desideri con sospetto pensando siano i desideri, specie quelli altrui, il problema. L’alternativa che a tutti viene posta è tra finire sbranati e vivere nella pancia dell’orco o digiunare fino a una nobile estinzione. Per rompere lo specchio, allora, immagino che non basti togliere il proprio nome dal menu delle pietanze. Occorre rimettersi in cucina e cucinare per sé e, magari, per molti.)

5 thoughts on “anche i cavalli fanno tiepidi sogni

  1. per stare stretta alla tua metafora: in cucina se lo fai per professione (cioè se sei uno chef) NON cucina per te. quasi mai. cucini esclusivamente per gli altri. altrimenti te ne stai a casa tua, nella tua cucina a cucinare per te e per i tuoi. perciò essere cittadino differisce dal fare il politico. se faccio politica devo pensare al bene comune. altrimenti sono e faccio il cittadino più o meno esemplare. ho come l’impressione che si stiano perdendo le coordinate essenziali. (e non dico e parlo per/di te).

  2. cuoca, io la poca politica che ho fatto l’ho fatta per me (perché è dentro te che ci trovi anche gli altri). quelli che fanno le cose per gli altri, tranne casi ovvi, sono temibili. quindi il distinguo è piuttosto sessoangelico; ovviamente non intendevo quello che forse temi intendessi.

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