socialino, mon detour

di Daniela Ranieri e b.georg

 

IL VOLENTEROSO
Il volenteroso vuole capire. I temi che il volenteroso si sente pronto ad affrontare, e le cui spinose conseguenze pone sotto gli occhi di tutti noi, spaziano tra
: gli aspetti tecnici dell’omosessualità, le leggi di indeterminatezza 1 e 2, le disposizioni europee in materia di trattamento sanitario gratuito dello scolo, chi si ricorda come reagì la sinistra parlamentare alla proposta dei verdi di bonificare la metro nel tratto Anagnina-Sub Augusta? Voi come lo fate il pesce capone, con l’aglio o con la cipolla? È arrivato il momento di capire la differenza tra fusione e fissione nucleare, non siete d’accordo? I suoi thread raccolgono centinaia di commenti di gente che vuole capire o aiutare a capire, con modestia, con umiltà. Leggendoli tutti ci si può avvicinare a farsi un’idea abbastanza precisa, anche se generalmente non del tema trattato.

L’INDIGNATO
L’indignato in servizio attivo permanente combatte con tono fiero, indomito coraggio e nettezza di linguaggio contro le infamità del mondo. Lo riconosci dal linguaggio: a lui non lo freghi, lui sa, e soprattutto lui condanna. È un’autorità morale. E da dove la combatte questa battaglia in prima linea contro il male? Ma dalla la sua paginetta, dal suo socialino. Un po’ come scoreggiare per propiziare il decollo, insomma. Nei ritagli di tempo si rilassa depositando allusioni sessuali sui tavolini delle femmine intorno, come graziosi cadeau escrementizi.

LO STRONZO
Lo stronzo è tipicamente un travestito. Perché nessuno ha il coraggio di essere stronzo con la propria faccia, non è urbano. Quindi si traveste da agente segreto e pensandosi protetto dagli occhiali neri e dall’accento pittoresco si dà al turpiloquio, come altri si danno alla filatelia o al voyeurismo. Ma non ne ha mai del tutto il coraggio, col suo vero volto è compiacente, mellifluo e ambizioso, è umano. Ed è questo che ne fa uno stronzo. Avesse il buon senso di comprarsi un travestimento che gli copre anche il culone nessuno saprebbe chi è.

L’OPINIONISTA
L’opinionista trae le sue considerazioni dall’approfondimento. Di cosa, non importa. Anche fosse l’approfondimento dei rumori del reparto frutta e verdura della Conad, lui l’ha fatto, e si vede. In occasione di complesse congiunture economiche, o dell’uscita del nuovo album del famoso gruppo osannato dalla rete (o bistrattato, fa lo stesso), l’opinionista si sente in dovere di dirci la sua di solito impopolare opinione, ma con calma, con un garbo semplice che accarezza la sciatteria, cosa che gli fa guadagnare centinaia di ammiratori. Perché l’opinionista dà voce e autorevolezza alla semplicità approfondita, ovvero a quella particolare branca dell’ignoranza che si avvale dell’approfondimento.

LO SCIOCCO
Lo sciocco è lo zimbello con cui tutti ci siamo trastullati in cortile da piccoli, dimostrando se ce ne fosse il bisogno che infanzia e crudeltà sono la stessa cosa. Solo che adesso è cresciuto, ha trovato la sua dimensione, è un serio professionista che si muove con disinvoltura nel suo campo e si prende le sue belle rivincite. Il passato non c’è più, così a volte si abbandona persino al narcisismo, diventa vanesio, fuma la sua sigaretta immaginaria mentre squadra con occhio esperto la lunga ragazza al bancone pensando di dire, e addirittura talvolta dicendo, il suo irresistibile: «Ciao, sei carina, hai da fare stasera?». Ed è in quel momento che chiunque passi di lì riconosce al volo quel monumentale cretino di tanti anni fa che lui non ha mai smesso di essere.

IL GOLIARDO
Che dire…. Il goliardo sarebbe quello divertente. In realtà ha una battuta sola e la ripete in qualsiasi occasione. Non è nemmeno una battuta, è una protolingua, una lallazione, uno sbavamento labiale che usa per umettare qualsiasi argomento su cui posa i suoi labbroni. Alla fine non fa che ripetere all’infinito la stessa frase, purtroppo non intellegibile. Uno spasso.

IL DISPERATO
Il disperato si presenta nelle due varianti disperato maschio e disperato femmina, la cui differenza è nulla. Li si introduce come separati perché l’ossessionante ricerca dell’omologo – il disperato maschio cerca la disperata femmina, la disperata femmina cerca il disperato maschio – è in definitiva l’unica sostanza con cui questo personaggio è costruito. Che si cerchino, che si siano trovati e poi perduti, che siano disperati per l’essersi persi, la certezza è che non smetteranno mai di essere disperati, pena l’esaurimento del plot e l’annullamento della serie.

IL MENAGRAMO
Il menagramo ha sempre una nonna, un padre, una madre, un cane che sta morendo e lui è in ospedale e ce la racconta passo passo quell’agonia, ogni spasmo, ogni flebile speranza, ogni drammatica ricaduta, e però lui dall’agonia impara sempre qualcosa di positivo, impara che la vita è bella ed è fatta di tante semplici cose, come le merendine dalla macchinetta, o la storia del vicino di letto, sì perché anche quel vicino di letto aveva una mamma, una nonna, un cane. In agonia, naturalmente.

IL MALEDETTISSIMO
Il maledettissimo è un cinico metropolitano anche se abita in un paesello e mangia gnocco fritto, perché si è maledettissimi dentro. È sarcastico, corrosivo, disprezza i luoghi comuni, dice quello che nessuno ha il coraggio di dire ma tutti pensano, le opinioni più scomode, trasgressive del benpensare, controcorrente. È così controcorrente che fa il giro completo e alla fine, se guardi bene, noti le ciabatte, la copertina e la poltroncina ikea sul tappeto sdrucito da impiegato rancoroso. Perché il maledettissimo in realtà ha un cuore grande così, aveva delle speranze, lui, ma la vita l’ha tradito, non gli ha reso merito. È un sentimentale rovesciato. Anzi rimesso, perché il suo cinismo è lo sdoganamento del vomito sul tappeto. È vero, lui fa il cinico ma solo perché la mamma non gli ha voluto bene e appena può si fa fotografare con la dolce metà, donna in genere sovrappeso con tendenze dominanti. Si amano tanto.

IL SAMARITANO
Il samaritano per natura accorre. Ti hanno fatto un torto? Se sei così balordo da raccontarlo il samaritano si indigna con te. Stai soffrendo per un’ingiustizia? Se sei così cretino da condividere con chiunque passa da lì il tuo cruccio il samaritano è in prima linea a organizzare il collegio difensivo. È quello che appena dici ho perso il cane fa partire la ricerca, appena dici ho perso il lavoro fa partire la colletta, appena dici ho perso mia moglie dice: eh, l’ho trovata io, è a casa mia. E lì casca l’asino, cioè tu. Perché il samaritano è buono e ingenuo e si spende per tutti, tanto cosa gli costa? Del resto non c’è persona buona e ingenua che non sia esattamente il contrario, ma lui poverino non sa di esserlo. Guardati dal samaritano, se ce l’hai intorno vuol dire che stai per crepare e con la scusa di aiutarti quello ti frega pure le scarpe. A fin di bene.

IL GUARDONE
Il guardone è una persona serissima. Parla in genere di argomenti serissimi, politica, cultura, con tono serio, a volte amichevole e cordiale, ma insomma, serio. Ogni tanto dice qualcosa della moglie, delle vacanze coi figli, ma con misura, con discrezione. Con serietà. È proprio un tipo serio. Ma il tipo serio, tutte le volte che una di quelle ragazze simpaticissime posta una foto un po’ discinta in cui si intravede un culo, una scarpa, un tacco, deve mettere un like. È più forte di lui. Certo, un like intelligente, riflessivo. Un like serio.

IL BLOGGER MANCATO
Lo ha avuto anche lui, certo. Ma l’ha riaperto e chiuso. Oppure: l’ha aperto, ma non ha tempo di curarlo. O anche: l’ha aperto quando non ce l’aveva nessuno, ora si occupa di altro. Di cosa, oltre che di dire che non ha un blog? In realtà, il suo blog siamo noi. Il suo blog è la nostra home page. Lì il blogger mancato, o fallito, riversa tutti i suoi pensierini: cosa sta facendo, che film ha visto, cosa ne pensa, qual è l’ultimo libro che ha letto, cosa mangia (segue foto), dove va in vacanza (segue foto), la bellezza semplice delle mogli bruttine (segue foto), i progressi dei figlioletti nella lallazione e nella deambulazione (segue foto). Prende i commenti come commenti su un blog: non li legge: li modera. Vorrebbe accogliere tutti, ma ha una policy. Rende grazie ogni giorno, nel segreto della sua stanza, al suo pubblico: nessuna statistica gli dirà mai che è composto da quattro gatti.

L’ARTISTA DI STRADA
L’artista di strada, il poetico e ingenuo madonnaro dei bit – categoria che comprende il poeta urbano che fa versi che dovrebbero far ridere o il vignettista dilettante che fa vignette che fanno piangere – è una variante filodrammatica che un revisore della legge Bacchelli dovrebbe considerare seriamente. Perché solo i veri artisti dovrebbero usufruire di un vitalizio? Perché attendere l’età della pensione? Raccogliamo le firme per estendere a chiunque pensi che fare poesia voglia dire andare a capo spesso dicendo modeste parolacce, o fare il battutista equivalga a dire la prima cosa scema che ti viene in mente, un sostegno economico, una prebenda, un viaggio premio senza ritorno per il Brasile, qualsiasi cosa che renda superflua a questi soggetti la costante presenza sotto i nostri occhi. Pieta!

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