riti di massa

Alla seconda nota diffusa dalla radio amplificata, il bar di via Crocetta, a quest’ora animato da una ventina di persone variamente rumorose, di colpo ammutolisce. Nessuno fiata; tre lunghi minuti, religiosi, in cui ognuno osserva attento il mulinello lento del cappuccino come fosse una colpa antica, seppellita, ma riguardata ora da un’altezza vertiginosa, una salvezza solo immaginata. Poi, quando l’angelo vola a gola spiegata verso l’ultimo ritornello, un’ambulanza di passaggio canta l’ite missa est e nella pioggia di piume e lustrini dà il via libera per gli uffici, gli androni, i sottoscala, le carte, gli sbuffi, i maneggi, gli scarafaggi e tutto l’armamentario terricolo, polveroso e sudaticcio che esala i suoi affanni nell’obliqua luce del mattino terrestre.

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