requie

 

Affonda la mano nel nido del serpente
senza ritrarla, scambia il tuo veleno col suo.

Nel buio non porti la chiave a stella, solo
il talismano che tieni sul cuore quando

precipitano i giorni e il sangue impallidisce.
L’animale docile non scampa la scarica che brucia

il lungo giorno della stalla, il pensiero sedato
lungamente che ritorna sotto forma di tragedia

privata, la morte di un parente stretto, l’incubo
del cancro, l’ansia che toglie il respiro

e fa il vuoto intorno, l’imbarazzo dei presenti
che cercano le scale mobili e infine

la salvezza tentata nella trafila delle cose minute
la sequenza dei treni, gli orari, il meccanismo

a scatto del telefono che funziona ancora per un poco.

 

5 thoughts on “requie

  1. Non so se il componimento abbia qualche derivazione autobiografica sottintesa. Spero di no.
    Ad ogni modo, dal punto di vista poetico, mi cimento umilmente in una recensione: è molto efficace l'immagine in apertura: "Affonda la mano nel nido del serpente / senza ritrarla, scambia il tuo veleno col suo". Immagine intensa, e – mi si perdoni il gioco di parole – "ficcante".
    Come è la tana d'una serpe se non buia, scura, nascosta?!?… Perciò  funziona a meraviglia l'improvviso "cambio di inquadratura", non brusco, ma che anzi porta in un'ambientazione immaginaria (immaginata) abbastanza affine, "Nel buio non porti la chiave a stella": l'ermetica-criptica entrata in scena di questo oggetto sortisce un effetto quasi magico, che si amplifica ancor di più nel menzionare immediatamente dopo "il talismano che tieni sul cuore"… La chiave a stella potrebbe essere il talismano che svita il cuore avvitato su sè stesso nel buio di un dolore?…
    Tutto quel che viene dopo suggerisce più che altro un incubo da degenza ospedaliera. (Qualcuno che conosci è stato male?): immagini e idee si susseguono con ritmo serrato, forse a scongiurare la malattia, forse per esorcizzare la situazione di chi osserva il malato, forse è una fotografia della grigia routine alle visite nei corridoi d'ospedale. Magari sbaglio, ed è tutto solamente una metafora…
    Comunque… Peccato, l'inizio era piuttosto forte, incisivo, bruciante e vivido nelle immagini evocate, poi pian  piano si disperde in visualizzazioni troppo asettiche e scarne. C'è, diciamo, uno scarto di stile "immaginifico" troppo ampio. In altri tuoi componimenti poetici ho trovato più uniformità d'ispirazione dall'inizio alla fine.
    Ma è solo un parere.

    P.S.
    Detto inter nos,
    quando scrivi in prosa invece sei insuperabile, ineccepibile signor Nova! 

    Sebastian__

  2. grazie (l'intenzione ritmica non so quanto realizzata era, dopo l'inizio molto affermativo, di fare un giro, un recitativo, in caduta verso il terz'ultimo verso, dove si sosta, per poi avere di nuovo due accordi in minore. l'eccessiva diversità dei registri è una buona obiezione; la scusa è che il testo – pur essendo omogeneo quanto ai riferimenti e al senso – è nato per tentativo di fusione di due cose diverse, e contiene intrecciati due modi diversi di affrontare una situazione. c'è un'esortazione a qualcuno, che rasenta la follia o la magia, nera o bianca che sia e insieme la consapevolezza di essere per parte propria molto al di sotto dello standard della medesima esortazione. alla fine l'ho messa fuori pur non convinto perché, tanto, meglio di così non mi veniva)

    bg

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