l’impresa individuale non esiste

Sul Corriere, due pagine intere, in apertura, sui problemi della piccola impresa. Considerazioni.

Pro

È un buon esempio di investimento intelligente che si inserisce nel filone: proviamo a uscire dalla "crisi di senso" del giornalismo puntando sull’inchiesta. Ma che differenza di altitudine tra fare inchiesta su queste cose e farla sul letto del premier! Capacità di anticipazione politica, si chiamava una volta. Buona è anche la dose di informazione elargita su fenomeni fondamentali ma poco indagati, come assolutamente meritorio è l’intento di dar voce a fasce deboli del tessuto produttivo.
(Dice: ma il letto del premier vende di più. A parte che è discutibile che i problemi della piccola impresa vendano poco, il punto è il valore dell’investimento. Mi sbaglierò, ma a me pare che questro sia, nel medio periodo, più sicuro).

Contro
Mi pare si sconti, nell’impostazione del Corriere, quel tipico errore di fondo detto: mettere assieme le mele con le pere. "Errore" a essere poco maliziosi.
Domanda: sono forse gli stessi gli interessi della microimpresa familiare che lavora assieme ad altre cento in subfornitura in un distretto industriale, su prodotti di manifattura a scarso valore aggiunto e spesso con un unico committente, e quelli della multinazionale tascabile che fa meccanica di precisione con brevetti propri vendendola a tutto il mondo? Forse no.
E che scopo ci può essere, che non sia ideologico, nel mettere nella stessa categoria ("impresa") da una parte la Fiat e dall’altra le miriadi di cosiddette "ditte individuali", che si tratti di professionisti in senso classico o piuttosto di "lavoro autonomo di seconda generazione" che opera con contratti ultraflessibili di consulenza nell’impresa a rete?
E perché mai le decine o centinaia di migliaia di partite iva sostanzialmente fasulle aperte in questi  anni dovrebbero accomodarsi sulla stessa barca con quelli che, di fatto, sono i loro datori di lavoro fissi?

A me pare che si cerchi in questo modo, usando gli strumenti ideologici e la retorica un filo surreale dell’individualismo prometeico e dell’essere "imprenditori di se stessi", di "aumentare la massa critica", frullando assieme capitoli che stanno sotto "lavoro" e capitoli che stanno sotto "impresa". Lo scopo pare più chiaro se si analizzano le soluzioni proposte (riportate dal Corriere cartaceo nelle spalle laterali) che le punte più attive di questo arcipelago – guarda caso associazioni imprenditoriali – provano ad avanzare: riduzione dell’imposizione fiscale all’impresa e riduzione del costo del lavoro. Ma l’interesse di chi vuole ridotto il carico fiscale all’impresa non può andare troppo d’accordo con l’interesse di chi vorrebbe estese in modo universale le tutele al lavoro (welfare e ammortizzatori) che attualmente coprono solo una ristretta platea di soggetti. Così come, ovviamente, l’interesse di chi vuole avere maggiore potere contrattuale coi committenti non va d’accordo con l’interesse dei committenti medesimi.

E poi c’è il problema di fondo: in che modo riduzione della tassazione all’impresa può tradursi, in una fase come l’attuale, in aumento della domanda? Una riduzione generalizzata e non mirata di quelle tasse andrà in ripianamento del debito e in tesaurizzazione, in attesa di nuovo impiego remunerativo nei circuiti finanziari in funzione di rendita – salvo forse il caso della media impresa innovativa. La domanda – credo, ma qui servono gli esperti, io di economia sono un orecchiante – si alza in altri modi: ad esempio tassando meglio la rendita per finanziare i salari – diminuendo cioè le quote di salario differito – e fornendo servizi efficienti, attraverso una riorganizzazione universalistica del welfare. E qui casca l’asino (cioè, nella fattispecie, la sinistra).

Su questi temi segnalo il blog Humanitech

One thought on “l’impresa individuale non esiste

  1.  non sono per niente sicuro che "riorganizzando il welfare e fornendo servizi efficienti", si ottengano individui più opportuni; penso invece che i singoli si prenderanno molta più frutta di quella che gli spetterebbe secondo le regole ben fatte. Un ciao carissimo, bel blog il Tuo.

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